È difficile da dire

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Titolo originale:

It's Hard to Say

Contenuto del libro:

"Datemi narratori antipatici e sé olografici, ricordati attraverso strani artefatti: Bob Ross Chia Pets, barattoli talismanici di tonsille, alligatori sovradimensionati. Datemi il romanzo epistolare di Claire Hopple, dove i gesti formali verso l'intimità sono minati dal contenuto. Ogni capitolo è indirizzato a qualcuno (colleghi, vecchi amici, ex vicini, familiari, estranei, la stessa autrice); l'intimità si scontra con l'estraneità per alienare ciò che sembra avvicinarsi. Con un piede sul pedale di sostegno del discorso in seconda persona, la voce di Hopple è stereoscopica, colloquiale, barocca, spiazzata da questioni di potere e prospettiva. Cosa sappiamo delle esperienze condivise e della vicinanza? Che cos'è l'amicizia nei contesti di collasso? Che cos'è la "testimonianza" quando la nostra opinione è la fedeltà principale? Sono ossessionata, turbata e completamente affascinata". - Alina Stefanescu, autrice di Ribald

"Scritto in una prosa poetica e sconclusionata come una canzone di Bob Dylan, IT'S HARD TO SAY è abitato da personaggi che giureresti di aver già incontrato: troppo strani per essere immaginari e troppo divertenti per non raccontarli a un amico." -Shannon McLeod, autrice di Whimsy

"Claire Hopple scrive con una concisione e uno stile tali che mi sono dovuta raschiare la mascella dal pavimento dopo averlo letto, è difficile da dire. È difficile dire quanto sia veramente bello questo piccolo libro senza sembrare iperbolico, ma ci proverò. È fantastico". - Troy James Weaver, autore di Temporal

"Acerba, osservatrice e saggia, Claire Hopple rende magica la forma epistolare flash, traducendo la sperimentazione in un libro emotivamente coinvolgente e adorabile". - Chaya Bhuvaneswar, autrice di White Dancing Elephants, finalista al PEN/ American Bingham Prize.