Due o più isole

Titolo originale:

Two or More Islands

Contenuto del libro:

I soggetti di Diana Bridge si riflettono attraverso una serie di lenti culturali. All'impegno con la letteratura occidentale e neozelandese va aggiunta l'immersione nelle grandi culture asiatiche di Cina e India.

La sua poesia è un intricato intreccio di realtà e possiede una notevole profondità e ricchezza di prospettive. Sono poesie equilibrate ed eleganti, piene di intelligenza vivace e di abilità verbale. Dopo Baxter, la maggior parte dei poeti neozelandesi ha evitato l'uso del mito nella propria poesia.

In questa raccolta, la Bridge estrae questo filone per le sue risonanze profondamente tradizionali e personali.

Sa bene, come Jung, che "i miti ci danno immagini per le nostre emozioni". Qui, le poesie che si affacciano apertamente al mito sono brevi e fresche, incentrate sulle eroine della leggenda classica occidentale.

Iniziano con un'ironia necessaria per affrontare le storie a volte scioccanti, poi spaziano nel tempo per approdare con radicale brevità a Shakespeare e alla storia inglese. Il ritornello del passato si restringe alla nozione di famiglia: "Nessuno di noi oggi appartiene alla casa di Atreo". Il libro si conclude con "Il modo in cui cade una pietra", 22 poesie ambientate nel sud-est asiatico.

La sequenza prende in considerazione la tragedia cambogiana del secolo scorso attraverso le statue senza testa, prendendo di mira il colonialismo francese. Affronta la decisione più difficile di tutta la tradizione indù, quella di Arjuna nella Bhagavad Gita. È così che Bridge trova la sua strada nel mondo - un luogo di alberi, persone, rumori e contingenze - con la certezza che il mito racconta la sua storia e la propria.