Punteggio:
Il libro “Naming the Powers” di Walter Wink è apprezzato per la sua ricerca approfondita e per i suoi contenuti stimolanti che rimodulano le concezioni comuni di Satana, angeli e demoni, allineandole al contesto storico e culturale del Nuovo Testamento. Molti recensori ne sottolineano l'importanza come base per i libri successivi della trilogia di Wink, anche se sottolineano che la scrittura può essere densa e tecnica.
Vantaggi:⬤ Ricerca esaustiva ed esegesi approfondita dei testi scritturali.
⬤ Sfida i punti di vista tradizionali e incoraggia il pensiero critico.
⬤ Fornisce un'interpretazione moderna di concetti antichi.
⬤ Importante lavoro di base per il resto della trilogia.
⬤ Coinvolge profondamente i contesti socio-politici dei tempi biblici.
⬤ Abbastanza tecnico e può risultare arido o difficile da leggere per alcuni lettori.
⬤ Alcuni lettori hanno trovato le prime sezioni meno coinvolgenti.
⬤ L'uso di fonti non canoniche può risultare sconcertante per alcuni lettori dottrinali.
⬤ La densità del materiale può sopraffare i lettori meno esperti.
(basato su 25 recensioni dei lettori)
Naming the Powers
Il lettore di questo lavoro cercherà invano una definizione di potere. È una di quelle parole che tutti capiscono perfettamente finché non si chiede loro di definirla.
L'uso che facciamo del termine "potere" è carico di presupposti tratti dalla visione del mondo materialistica contemporanea. Mentre gli antichi hanno sempre inteso il potere come la confluenza di fattori sia spirituali che materiali, noi tendiamo a vederlo principalmente come materiale. Non pensiamo a spiriti, fantasmi, demoni o divinità come agenti effettivi di effetti potenti nel mondo.
Così si è creato un abisso tra noi e gli scrittori biblici.
Usiamo le stesse parole, ma le proiettiamo in un mondo di significati completamente diverso. Ciò che essi intendevano per potere e ciò che intendiamo noi sono incommensurabili.
Se il nostro obiettivo è comprendere la concezione del potere nel Nuovo Testamento, non possiamo farlo semplicemente applicando le nostre moderne categorie sociologiche di potere. Dobbiamo invece prestare attenzione e cercare di cogliere ciò che le persone di quel tempo potevano intendere per potere, all'interno del campo linguistico della loro visione del mondo e dei loro sistemi mitici. "Sosterrò che i "principati e le potenze" sono gli aspetti interni ed esterni di una determinata manifestazione di potere.
Come aspetto interno, essi sono la spiritualità delle istituzioni, il "dentro" delle strutture e dei sistemi aziendali, l'essenza interna delle organizzazioni esterne del potere. Come aspetto esteriore sono i sistemi politici, i funzionari nominati, la "cattedra" di un'organizzazione, le leggi, insomma tutte le manifestazioni tangibili che il potere assume. Questa ipotesi, mi sembra, dà un senso al modo fluido in cui gli scrittori del Nuovo Testamento e i loro contemporanei parlavano delle Potenze, ora come se fossero questi centurioni o quella gerarchia sacerdotale, e poi, senza alcun preavviso, come se fossero una sorta di entità spirituali nei luoghi celesti" - dall'Introduzione.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)