Dalla religione civile a quella politica: L'intersezione tra cultura, religione e politica

Titolo originale:

From Civil to Political Religion: The Intersection of Culture, Religion and Politics

Contenuto del libro:

In seguito alla rottura dei legami tra religione e ordine politico provocata dall'Illuminismo, Jean-Jacques Rousseau ideò una "nuova" religione (religione civile) che doveva essere utilizzata dallo Stato come strumento per rafforzare l'unità civica. Emile Durkheim, al contrario, concepì la religione civile come un fenomeno spontaneo derivante dalla società stessa, una forza non coercitiva che esprime l'autoidentificazione o l'autodefinizione di un popolo. Nel 1967, il sociologo americano Robert Bellah riscoprì il concetto e lo applicò alla società americana nella sua forma durkheimiana.

Dalla pubblicazione di Bellah, la maggior parte degli autori ha cercato di spiegare la religione civile in termini di un presunto ruolo integrativo "spontaneo" della società. Hanno enfatizzato la dimensione religiosa e culturale del concetto, ma non hanno dato la giusta considerazione ai suoi fondamenti politico-ideologici. Pertanto, il potenziale coercitivo della religione civile ha ricevuto poca attenzione o è stato erroneamente relegato ai Paesi del Terzo Mondo.

Cristi fornisce una critica della tesi della religione civile e identifica le carenze più importanti della letteratura su questo tema. Contrapponendo la concezione durkheimiana di Bellah alla formulazione originale di Rousseau, l'autrice rivela le dubbie basi concettuali ed empiriche della prima. Dimostra la necessità di ripensare la tesi di Bellah alla luce di una reinterpretazione degli approcci classici di Rousseau e Durkheim, e corrobora la sua critica con una breve indagine comparativa delle religioni civili dirette dallo Stato e con un istruttivo caso di studio sulla religione civile nel Cile di Pinochet.