Coltivazioni inedite: Le piante nella letteratura britannica dell'Ottocento globale

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Titolo originale:

Novel Cultivations: Plants in British Literature of the Global Nineteenth Century

Contenuto del libro:

Candidato al premio per il miglior libro della British Society of Literature and Science.

La natura inglese del XIX secolo era un luogo di sperimentazione, esotismo e trasgressione, in quanto sito ed emblema degli scambi globali dell'Impero britannico. Gli atteggiamenti popolari verso il trapianto di specie esotiche - botaniche e umane - nelle serre e nelle città vittoriane trovarono un'espressione ansiosa in una serie di testi di genere fantasiosi, tra cui misteri, fantascienza e storie dell'orrore.

Situato in un momento di metà epoca vittoriana di frenetico collezionismo di piante dagli estremi confini dell'impero britannico, Novel Cultivations riconosce le piante come soggetti vitali e senzienti che fungono - spesso più delle persone - da attori e motori narrativi nel romanzo del XIX secolo. Le concezioni di nativo e naturale sono state disaccoppiate dalla rivelazione che la natura era di origine globale, un'alterazione mostrata nelle trame dei giardini come in quelle dei romanzi.

Elizabeth Chang esamina qui l'agency affermata dalle piante con letture accorte di una serie di opere di finzione, dai mostruosi rododendri in Rebecca di Daphne du Maurier e i fichi d'India messicani in Storia di una fattoria africana di Olive Schreiner, fino all'eccitante "L'uomo che gli alberi amavano" di Algernon Blackwood e altri oscuri racconti ecogotici. Questo contributo provocatorio all'ecocritica mostra le piante come asole tra finzione e realtà, registrando cambiamenti di forma e contenuto in entrambi i regni.