Brandscapes: L'architettura nell'economia dell'esperienza

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Brandscapes: L'architettura nell'economia dell'esperienza (Anna Klingmann)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro offre un'approfondita esplorazione del branding, sottolineando in particolare l'intersezione tra architettura e strategia di marca. Presenta un'analisi completa di come i vari ambienti di marca influenzino le esperienze dei consumatori. Sebbene alcune parti del testo possano sembrare tortuose, l'analisi è riconosciuta come gratificante e stimolante.

Vantaggi:

Il libro offre una prospettiva unica sul branding, combinando architettura e strategia di marca. È informativo e divertente, e si basa su esempi noti come Disney e Starbucks. L'analisi è approfondita e incoraggia una riflessione fantasiosa sul branding. È consigliato a chi è interessato all'economia dell'esperienza e al branding urbano.

Svantaggi:

Alcune sezioni del libro possono essere un po' tortuose, il che può sminuire l'attenzione generale. Il libro può risultare un po' specialistico, il che lo rende meno accessibile ai lettori che non sono profondamente interessati al branding o all'architettura.

(basato su 4 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Brandscapes: Architecture in the Experience Economy

Contenuto del libro:

L'architettura come impronta, come marchio, come nuovo mezzo di trasformazione dei luoghi, delle comunità, delle aziende e delle persone.

Nel ventunesimo secolo dobbiamo imparare a guardare le città non come skyline ma come brandscapes e gli edifici non come oggetti ma come pubblicità e destinazioni. Nell'economia dell'esperienza, l'esperienza stessa è diventata il prodotto: non consumiamo più oggetti ma sensazioni, persino stili di vita. Nel nuovo ambiente dei brandscapes, gli edifici non riguardano il luogo in cui lavoriamo e viviamo, ma chi ci immaginiamo di essere. In Brandscapes, Anna Klingmann analizza criticamente la controversa pratica del branding, esaminandone i benefici e considerando i danni che può provocare.

Klingmann sostiene che l'architettura può utilizzare i concetti e i metodi del branding, non come strumento di vendita facile e veloce per gli architetti, ma come strumento strategico per la trasformazione economica e culturale. Il branding in architettura significa l'espressione dell'identità, sia di un'impresa che di una città; New York, Bilbao e Shanghai hanno usato l'architettura per migliorare la propria immagine, generare crescita economica ed elevare la propria posizione nel villaggio globale. Klingmann esamina diversi tipi di brandscaping oggi, da Disneyland, Las Vegas e Times Square - prototipi e casi di studio di branding - agli epicentri commerciali progettati da architetti superstar di Prada e alle banalità di Niketown.

Ma oltre a delineare lo status quo, Klingmann ci mette in guardia dai pericoli dei brandscapes. Klingmann sostiene che, favorendo la creazione di edifici d'autore a scapito di interventi urbani più ampi e separando la loro identità dalla complessità del tessuto sociale, i brandscapes di oggi hanno in molti casi dato vita a una cultura della copia. Mentre le esperienze diventano sempre più mercificate e il paesaggio globale progressivamente più omogeneo, spetta agli architetti infondere in un paesaggio sempre più asettico trasformazioni significative.

Come possono gli architetti utilizzare il branding come mezzo per differenziare i luoghi dall'interno verso l'esterno e non, come sembrano imporre le attuali pratiche di sviluppo, dall'esterno verso l'interno? Quando l'architettura mette insieme ecologia, economia e benessere sociale per aiutare le persone e i luoghi a ritrovare l'autosufficienza, scrive Klingmann, può essere un catalizzatore di trasformazioni culturali ed economiche.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780262515030
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2010
Numero di pagine:378

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)