Ben Sira e gli uomini che maneggiano i libri: Il genere e l'ascesa della coscienza canonica

Titolo originale:

Ben Sira and the Men Who Handle Books: Gender and the Rise of Canon-Consciousness

Contenuto del libro:

Che cosa c'entrano le donne con la nascita della coscienza del canone nel giudaismo antico? Molto, sostiene Claudia Camp, se il libro scritto dallo scriba Ben Sira all'inizio del II secolo a.C.

è indicativo. Uno dei pochi veri misogini della tradizione biblica, Ben Sira è assalito dall'ansia di genere, dal timore che le sue donne infanghino il suo onore e che la loro vergogna faccia scomparire il suo nome dalla memoria eterna del suo popolo.

Eppure lo stesso Ben Sira si appropria della figura idealizzata della donna-sapienza cosmica dei Proverbi e la identifica con "il libro dell'alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha comandato". Questo è dunque il dilemma di Ben Sira: una donna (la Sapienza) può ammetterlo all'eternità, ma le sue stesse donne possono tenerlo fuori. La tesi di Camp è che queste percezioni conflittuali del genere siano fondamentali per l'appropriazione e la produzione di letteratura religiosa autorevole da parte di Ben Sira, e che un'analisi critica della sua ideologia di genere sia quindi essenziale per comprendere il suo rapporto con un canone emergente.

Ben Sira scrive un libro e scrive se stesso nel suo libro, creando un possesso in cui può sublimare la sua ansia per le donne che non può veramente possedere e per il Dio di cui non può veramente fidarsi. Inoltre, se Ben Sira può essere considerato rappresentativo della sua classe scribale e del suo contesto, il suo lavoro può anche fornire una finestra su aspetti del più ampio processo culturale di costruzione del canone, compresa la questione se avremmo un canone - o se avremmo il canone che abbiamo - se gli uomini di quella particolare cultura patriarcale non lo avessero codificato nei termini di genere che Ben Sira ha fatto.