Punteggio:
Beau Geste di P.C. Wren è un classico romanzo d'avventura ambientato nella Legione straniera francese, incentrato sul misterioso furto di uno zaffiro e sull'onore dei fratelli Geste. La storia combina elementi di mistero, avventura e cameratismo con dialoghi arguti e offre uno sguardo nostalgico sugli atteggiamenti dell'epoca. Sebbene molti lettori apprezzino la storia coinvolgente e i personaggi ben sviluppati, alcuni esprimono disagio per il linguaggio obsoleto e gli stereotipi razziali.
Vantaggi:⬤ Storia coinvolgente con forti temi di onore e dovere
⬤ personaggi ben sviluppati
⬤ avventura emozionante
⬤ umorismo e umanità nella scrittura
⬤ dialoghi ricchi e nostalgici
⬤ ritmo eccellente e colpi di scena che mantengono vivo l'interesse dei lettori.
⬤ Il linguaggio antiquato e gli stereotipi possono risultare sgradevoli
⬤ alcune parti della narrazione possono risultare prolisse, in particolare le scene nel deserto
⬤ la scorrettezza politica di alcune descrizioni
⬤ richiede una certa familiarità con le frasi francesi per essere pienamente apprezzata.
(basato su 158 recensioni dei lettori)
Il signor George Lawrence, C.M.G., ufficiale distrettuale di prima classe del Servizio Civile di Sua Maestà, seduto alla porta della sua tenda, osservava la scena del deserto africano con occhio di estremo disprezzo. Non c'era bellezza né nel paesaggio né nell'occhio di chi lo guardava.
Il paesaggio consisteva di sabbia, pietra, erba kerengia, sottobosco tafasa, giallo, con lunghi steli di fagioli sottili; il tutto variato da ciuffi della grossolana e orribile pianta tumpafia.
L'occhio era itterico, a causa del caldo e della polvere immonda del Bornu, della malaria, della dissenteria, del cibo scadente, dell'acqua velenosa e della marcia continua e rapida in un caldo spaventoso.
Debole e malato nel corpo, Lawrence era preoccupato e ansioso nella mente, l'uno reagendo sull'altra.
In primo luogo, c'era il vecchio problema della pattuglia Shuwa; in secondo luogo, i truculenti Chibok stavano diventando di nuovo insolenti e i loro giovani non tenevano conto delle parole dei loro anziani riguardo a Sir Garnet Wolseley e a ciò che accadde, molto, molto tempo fa, dopo la battaglia di Chibok Hill. In terzo luogo, il prezzo del grano era salito a sei scellini a saa e minacciava la carestia; in quarto luogo, gli Shehu e gli sceicchi Shuwa stavano di nuovo litigando; e, in quinto luogo, c'era un pessimo ju-ju del vaiolo all'estero (una società segreta il cui "segreto" consisteva nell'offrire ai sudditi di Sua Maestà la scelta tra essere infettati dal vaiolo o pagare un pesante ricatto alla società). Infine, ci fu un'acrimoniosa corrispondenza con gli Onnipotenti (del Segretariato di "Piazza Aiki" a Zungeru), che, come al solito, sapevano meglio dell'uomo sul posto e lo invitavano a fare l'impossibile o il disastroso.
E su tutto soffiava forte l'Harmattan, quel terribile vento che trasporta la polvere del Sahara a cento miglia dal mare, non tanto come una tempesta di sabbia, ma come una nebbia di polvere fine come la farina, che riempie gli occhi, i polmoni, i pori della pelle, il naso e la gola; entra nelle serrature dei fucili, nei meccanismi degli orologi e delle macchine fotografiche, contamina l'acqua, il cibo e tutto il resto; rende la vita un peso e una maledizione.
- Tratto da "Beau Geste" di Percival Christopher Wren.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)