Autoritratti in cui non compaio

Titolo originale:

Self-portraits in Which I Do Not Appear

Contenuto del libro:

Recensione

Aprire la copertina di “Autoritratti in cui non appaio” di Clif Mason significa iniziare un viaggio, come suggerisce l'epigrafe della poetessa e pittrice surrealista Alice Rahon, verso “i confini fluidi dell'oro invivibile”. Evocativo e sempre sorprendente, Mason dissolve i confini tra sogno e realtà, tra lui stesso, le molteplici voci delle poesie, e il lettore, tra conosciuto e sconosciuto. È un poeta che assapora le parole (“la triste percussione / delle teste dei fiori”), comprime le idee (“indossava la disciplina come un vestito nuovo”) e mette alla prova le immagini (“le alghe stendevano / il loro kimono verde sul lago”), facendo esplodere l'abituale per farci vedere il mondo di nuovo. Spesso eleganti e sempre abbaglianti, queste poesie vanno assaporate. Sono l'oro. “Ogni momento è un fiore e una stella”, conclude Mason, ‘e questa vita è un giardino e una galassia’. Chiudete la copertina di Autoritratti in cui non compaio e desidererete tornare. La luna del poeta che ha “drogato il mare con la sua luce lattiginosa” ci “incanterà” tutti.

--Mary K. Stillwell, autrice di Maps & Destinations e di The Life and Poetry of Ted Kooser.

Sull'autore

Clif Mason è autore delle raccolte di poesie Knocking the Stars Senseless e From the Dead Before. È fortunato perché le sue opere sono state premiate dal Joe Gouveia Outermost Poetry Contest (scelto da Marge Piercy), dal Writers' Journal, da Plainsongs, dalla Midwest Writers' Conference e dall'Academy of American Poets. Il suo lavoro è stato nominato per un Pushcart Prize e ha ricevuto una borsa di studio Fulbright per il Ruanda, in Africa.