Punteggio:
Il libro presenta una prospettiva radicale e creativa sulla crisi climatica, esplorando la transizione da un Olocene stabile a un Antropocene caotico. Wakefield sottolinea la necessità di adattamenti culturali e tecnologici per affrontare i cambiamenti ambientali. Nonostante il rigore accademico e la profondità intellettuale, il libro è stato descritto con alcuni difetti strutturali.
Vantaggi:⬤ Stimolante dal punto di vista intellettuale con idee creative
⬤ supera i luoghi comuni e le astrazioni statistiche
⬤ presenta nuovi modi di pensare alla crisi climatica
⬤ offre spunti di riflessione sulla resilienza culturale e biologica
⬤ e mantiene uno stile vivace e coinvolgente.
⬤ Struttura frammentata con ripetizioni e refusi
⬤ alcune idee percepite come troppo maschiliste o survivaliste
⬤ manca l'integrazione di approcci spirituali o olistici
⬤ e include un tono di cinismo che potrebbe non risuonare con tutti i lettori.
(basato su 2 recensioni dei lettori)
Anthropocene Back Loop: Experimentation in Unsafe Operating Space
Di fronte al caos climatico, alla politica della post-verità e ai crescenti tribalismi, è chiaro che le vecchie strutture del liberalismo si stanno disfacendo. Rifacendosi all'ecologia della resilienza, Stephanie Wakefield suggerisce di comprendere questi fenomeni come indicatori del fatto che stiamo entrando nel back loop dell'Antropocene, un periodo di liberazione e collasso, confusione e riorientamento, in cui non solo le popolazioni e i climi vengono stravolti, ma anche i terreni fisici e metafisici.
Il libro Anthropocene Back Loop ci accompagna in un viaggio attraverso le diverse risposte e manifestazioni del back loop, esplorando le infrastrutture urbane di resilienza, gli immaginari post-apocalittici nella narrativa e nella teoria critica, e una serie di pratiche quotidiane che vanno dalle abilità di sopravvivenza e dalla forma fisica alla sperimentazione con la propria anima. Piuttosto che tornare allo spazio operativo sicuro del liberalismo, ciò che è necessario e che si può vedere in molte pratiche contemporanee, sostiene Wakefield, sono forme di sperimentazione orientate a tracciare modalità autonome di vita all'interno dei nuovi spazi operativi insicuri del back loop. Questi sforzi spesso abbandonano i vecchi schemi, sperimentano in modo arrogante nuovi utilizzi, coltivano un'apertura verso l'ignoto e abbracciano la fiducia nell'esplorazione dei propri percorsi.
Queste iterazioni suggeriscono che il back loop, a lungo immaginato al singolare, si sta espandendo a spirale in una miriade di traiettorie. Dopo tutto, se prendiamo sul serio l'idea che l'ordine unico mondiale del liberalismo si stia disfacendo, abbiamo l'opportunità - per la quale molti hanno lottato a lungo - di creare i nostri nuovi codici, se non nuovi mondi.
Essere nel circolo vizioso significa che abbiamo già attraversato diversi punti di svolta e che, così facendo, tutto, dalle pratiche sociali, alle tecnologie, alla verità, alle piante, agli animali e ai luoghi, è stato scosso fuori dai loro schemi normali. Siamo liberi di muoverci su nuovi piani.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)