Antologia Oberon di opere americane contemporanee: Volume primo

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Titolo originale:

Oberon Anthology of Contemporary American Plays: Volume One

Contenuto del libro:

Questa nuova serie raccoglie alcuni dei migliori testi di drammaturghi americani contemporanei.

Il primo volume è introdotto da Andre Bishop, direttore artistico del Lincoln CenterTheater, il più prestigioso teatro degli Stati Uniti. Ogni opera è introdotta dagli stessi autori acclamati dalla critica.

Il volume comprende:

KIN di Bathsheba Doran, (con introduzione di Chris Durang)

Kin getta una luce acuta sul volto mutevole della parentela nell'ampio panorama del mondo moderno.

Semplicemente fantastico. Forse la più bella nuova opera teatrale della stagione. Divertente e audace, ossessionante e squisitamente elaborata". Charles Isherwood, New York Times.

MIDDLETOWN di Will Eno (con un'introduzione di Gordon Lish)

Middletown ha ricevuto il prestigioso Horton Foote Prize for Promising New American Play nel 2010.

Middletown brilla dall'inizio alla fine con piccoli commenti aspri, divertenti e splendidi su cose grandi: il bisogno di amore e di perdono, la ricerca del significato della vita, il lungo e solitario dolore della delusione". Charles Isherwood, New York Times.

COMPLETENESS di Itamar Moses (con un'introduzione di Doug Wright)

Completeness è una commedia romantica del XXI secolo sulle confusioni senza tempo dell'amore.

Una nuova commedia divertente e ridicolmente intelligente. Non ho visto un'altra commedia di recente che abbia catturato così perfettamente l'amore - focoso, impavido, delicato - in questa fase della vita. Mi ha lasciato solo l'ammirazione". Jeremy Gerard, Bloomberg News.

GOD'S EAR di Jenny Schwartz (con un'introduzione di Edward Albee)

Questa ode all'amore, alla perdita e alla routine della vita ha l'economia e l'asciuttezza di una canzone d'amore di Sondheim... La Schwartz è un vero talento e sta tentando qualcosa di ambizioso... Nel suo modo molto moderno, sta facendo un discorso piuttosto antiquato sul potere della parola scritta". Jason Zinoman, New York Times.