Allegoria del serpente a sonagli

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Titolo originale:

Rattlesnake Allegory

Contenuto del libro:

Queste poesie parlano del “momento all'interno del corpo/ quando la gioia non nasce, ma è fatta di qualsiasi cosa/ che il resto del mondo non vuole”. Utilizzando come riferimenti la terra e la flora e la fauna del Texas meridionale, queste poesie esplorano la solitudine e la mascolinità come articolazioni del desiderio, chiedendo al lettore di “prendere un gemito per mano, vedere cosa fa bene”.

Dal punto di vista tematico, queste poesie affrontano la perdita dopo esperienze di trasformazione, ammettendo al lettore: “Per tutta la notte potrei pensare di riprendermi/ qualcosa di prezioso/ che in qualche modo,/ tanto tempo fa, o non tanto tempo fa, non lo so,/ mi è stato strappato via,/ strappato dall'osso,/ scartato come una buccia”. Queste poesie riguardano la possibilità di conoscere il proprio corpo dopo esserne stati allontanati, di riconoscere un corpo bruno e queer che appartiene inestricabilmente a stirpi di perdita, per poi rendersi conto che un nuovo corpo è emerso da dove le vecchie parti sono andate perse, o sono state prese, come nella sequenza finale di quattro poesie, “Lechuza Sketches”, in cui l'oratore manifesta la figura folcloristica texano-messicana di un lechuza, l'ibrido uomo-gufo che si dice abiti alcune zone del Texas meridionale e del confine settentrionale del Messico. In definitiva, si tratta di una raccolta di poesie che si propone di affrontare più profondamente la propria queerness, la propria brownness, e di capire che ci sono parti dentro di noi che non sapevamo esistessero, o come propone l'autrice di Lechuza Sketches: “Nel mondo, una parte di noi è spesso/ non vista/ e non gloriosa.

/ Ma se lo fossimo? / Gloriosi. Visti”.