Affinità

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Titolo originale:

Affinities

Contenuto del libro:

In Affinità, Brian Dillon esplora immagini e artisti da cui è attratto o che ama, e cerca di analizzare l'attrazione.

Che cosa intendiamo quando affermiamo di avere affinità con un oggetto o un'immagine, o diciamo che esistono affinità (non solo formali) tra queste cose? Cosa implicano i sentimenti di affinità nell'esperienza individuale o collettiva dell'arte e del mondo?

La parola "affinità" indicava un'attrazione tra opposti, tra elementi chimici. Nel suo Affinità elettive, Goethe ha usato questa idea per pensare alle orbite e alle collisioni dell'amore. Nella poesia e nei saggi di Baudelaire, negli scritti di Walter Benjamin e Aby Warburg, nell'arte di Tacita Dean e Moyra Davey, si può trovare una storia parzialmente sepolta dell'affinità. Affinità è uno studio critico e personale di una sensazione che non è esattamente il gusto, il desiderio o l'alleanza, ma ha aspetti di tutti. Avvicinandosi a questo argomento attraverso esempi discreti, questo libro parla innanzitutto di immagini - per lo più fotografie - che sono rimaste con l'autrice per molti anni, o che sono cresciute di significato durante i mesi di isolamento pandemico, quando il campo visivo si era ridotto.

Alcune sono opere storiche di artisti come Julia Margaret Cameron, Dora Maar, Claude Cahun, Samuel Beckett e Andy Warhol. Altre sono immagini scientifiche o vernacolari più o meno oscure: creature marine, auree emicraniche, illustrazioni astronomiche derivate dai sogni. Anche fotografie di famiglia, fotogrammi di film, registrazioni di rovine atomiche. E l'arte contemporanea di Rinko Kawauchi, Susan Hiller e John Stezaker.

Scritto come una serie di saggi collegati, intrecciati con una riflessione sull'affinità stessa, Affinità completa una trilogia, con Saggismo e Supponiamo una frase, sui piaceri intimi e astratti della lettura e dello sguardo.