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Race, Trauma, and Home in the Novels of Toni Morrison
In questo primo studio interdisciplinare su tutti e nove i romanzi del premio Nobel Toni Morrison, Evelyn Jaffe Schreiber analizza come il trauma comune e personale della schiavitù, radicato nei corpi e nelle menti delle sue vittime, sopravviva nelle successive generazioni di afroamericani. Avvicinandosi al trauma da diverse prospettive teoriche all'avanguardia - psicoanalitica, neurobiologica e teorie culturali e sociali - Schreiber analizza gli effetti duraturi della schiavitù rappresentati nell'opera di Morrison e considera il compito quasi insormontabile di riprendersi dal trauma per acquisire soggettività.
Con un'applicazione innovativa delle neuroscienze alla critica letteraria, Schreiber spiega come i traumi, siano essi causati da abusi fisici, disumanizzazione, discriminazione, esclusione o abbandono, si incorporino nei circuiti psichici e corporei. La schiavitù e la sua eredità di rifiuto culturale creano traumi a livello individuale, familiare e comunitario, e i genitori trasmettono inconsapevolmente i loro traumi ai figli attraverso la ripetizione delle loro esperienze corporee immagazzinate. Il concetto di "casa" - che si tratti di un luogo fisico, di una comunità o di una relazione - viene ricostruito attraverso la memoria per fornire un sé positivo e fungere da spazio di guarigione per i personaggi di Morrison. Ricordare e raccontare il trauma all'interno di una comunità di sostegno permette alle vittime del trauma di andare avanti e di raggiungere una soggettività e un'autostima significative.
Attraverso un'attenta analisi di ogni romanzo, Schreiber traccia il successo o il fallimento dei personaggi di Morrison nel costruire o ricostruire un sé coeso, a partire dalla schiavitù e dalla prima generazione post-schiavitù, fino al ventesimo secolo, con un'attenzione particolare agli effetti del trauma ereditato sui bambini. Quando i personaggi cercano di sfuggire al trauma attraverso il trasferimento fisico, o di proiettare il loro dolore sugli altri attraverso comportamenti aggressivi o capri espiatori, lo sviluppo del sé vacilla. Solo quando il trauma viene affrontato attraverso la verbalizzazione e sfidato con immagini riparative della casa, i ricordi di un sé positivo possono superare il dolore delle esperienze passate e del rifiuto culturale.
Sebbene il trauma culturale della schiavitù non possa mai scomparire del tutto, Schreiber sostiene che i ricordi che ricostruiscono un sé positivo, siano essi creati da persone, relazioni, un luogo fisico o un concetto, aiutano i personaggi di Morrison a stabilire una soggettività. Il libro di Schreiber, un'opera interdisciplinare innovativa, unisce teorie psicoanalitiche, neurobiologiche e sociali in un'analisi completa e ricca di spunti del trauma e della possibilità di guarigione nei romanzi di Morrison.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)