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As Time Goes By: An Analytic Journey
"Non posso dirlo a nessuno, quindi lo dico a tutti", scrive Frigyes Karinthy 1 in una delle sue poesie, dando voce a tutti coloro che si nascondono silenziosamente dietro le loro azioni prima di decidere di prendere la penna ed esporre i loro pensieri. Per poterlo fare, per "dirlo a tutti", bisogna ignorare l'antico adagio: "Una vita segreta è una vita felice".
Ma il desiderio di "dire la propria" trionfa sulla paura di affrontare il mondo con tutti i suoi pericoli, reali o immaginari. Una psicoanalista che si impegna a ripercorrere il corso della sua vita professionale e a presentare le idee ad essa collegate, naturalmente farà riaffiorare alcuni ricordi. Per poter parlare di sé, l'analista, come chiunque altro, deve superare alcune resistenze.
La pratica analitica si basa sulla capacità di ascoltare, di rimanere attenti all'altro. Tuttavia, un analista può ascoltare chi viene da lui alla ricerca di se stesso solo se ascolta se stesso.
L'immersione nel passato del paziente fa riemergere il proprio passato. Modificando la narrazione interna, l'analisi permette di ritagliarsi un posto nel mondo.
Lo psicoanalista sceglie questa pratica per il desiderio di capire, ma, come sottolinea l'autore del presente lavoro, a volte deve anche essere in grado di accettare la propria incapacità di capire, o il fatto di poter fraintendere. La pratica della psicoanalisi dà origine a domande formulate nelle discussioni con i colleghi.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)